I principali beni architettonici

Reale Basilica

La Reale Basilica della Madonna del Pozzo a Capurso.

Reale Basilica della Madonna del Pozzo opera dell’architetto barese G. Sforza.
Venne costruita per ricordare l’esperienza di don Domenico Tanzella che nel 1705, in precarie condizioni di salute, ebbe la visione della Madonna che lo invitò a bere l’acqua del pozzo detto di SS. Maria e gli fece promettere di erigere una cappella per il suo culto.
La costruzione del santuario con annesso convento degli Alcantarini si rivelò piuttosto complicata per dissidi interni alla congregazione romana.
È il monumento più importante in Capurso, di una sola navata con due altari minori laterali, è di chiara ispirazione tardo-barocca ha visto posare la prima pietra il 5 luglio del 1750 ma fu terminata presumibilmente nel 1778 e custodisce l’affresco della Madonna ritrovato nel Pozzo di SS. Maria.
Nella chiesa si conservano inoltre, opere pittoriche di Francesco Carella: L’Ultima Cena (XVIII sec.) L’agonia di Cristo (XVIII sec.).

Chiesa Ss. Salvatore

La “Matrice” dedicata al SS. Salvatore, è la casa di San Giuseppe, patrono di Capurso. Venne realizzata, a metà del Cinquecento, grazie all’intervento della regina Bona Sforza, che aveva acquistato il feudo di Capurso a giugno del 1535. Venne completata presumibilmente prima del 1556, anno in cui la sovrana polacca tornò a Bari dalla Reggia di Cracovia. “L’altare maggiore fu fatto in pietra nel corso del 1615”, scrive Gino Pastore nel suo “La storia di Capurso”. Lo stile è romanico-rinascimentale, a guardare la slanciata, bellissima torre campanaria. Nel 1831 l’edificio venne letteralmente sconvolto da lavori di ristrutturazione.

Al suo interno è conservata la tela conosciuta come “L’altra adultera”, attribuita alla bottega di Paolo Finoglio e come copia di “Cristo e l’adultera”, conservata al museo Castromediano di Lecce e realizzata dal noto pittore napoletano-conversanese. Cinque tele di un certo interesse sono state realizzate da Saverio Calò nella prima metà del XIX secolo.

La biblioteca

L’epicentro è la biblioteca comunale dedicata al notaio Giuseppe D’Addosio (1770-1846). Da qualche anno è diventata anche sito culturale della “bibliodiversità”: tutto quel che ruota attorno al libro e alla lettura ma non solo. Spettacoli, incontri, dibattiti, convegni. La Sala degli Eventi, a primo piano di una struttura oggetto di una radicale trasformazione. La biblioteca contiene oltre ottomila volumi e ha una sezione dedicata ai bambini e una ai ragazzi. Capurso Città del Libro, dunque. Vi si tengono due rassegne letterarie. Una a livello nazionale, Il Libro possibile winter, brand della kermesse che si tiene a Polignano a Mare a luglio, e Il Libro parlante, dedicata ad autori locali. Capurso è la “Città che legge”. Vi ha vissuto l’infanzia Nicola Lagioia, nato a Bari da genitori capursesi, Lagioia ha vinto il Premio Strega 2015 con “La ferocia” ed è direttore del Salone del libro di Torino.

Convento di San Francesco da Paola

Convento di San Francesco da Paola costruito nel 1614 sulle rovine dell’antica chiesa matrice di Ara Coeli. Nel chiostro si trovano resti di affreschi di G. Porta sulla vita del santo, mentre all’interno della chiesa si trovano tele di Andrea Miglionico e Nicola de Filippis. Fu voluta dal sacerdote Giampaolo Mizio.
Inizialmente fu chiamata Chiesa dei Paolotti e Minimi di San Francesco da Paola. Vi è annesso il Convento con il chiostro

Chiesetta della Solitudine

Chiesetta della “solitudine” costruita sull’antico pozzo di santa Maria, in contrada Piscino. Al suo interno c’è il famoso pozzo della Madonna.